Il Partigiano e il partesan

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di Massimo Pizzoglio

Assistiamo ormai da alcuni anni al tentativo di occupazione delle celebrazioni del 25 Aprile da parte di svariati gruppi di persone, più o meno organizzati o, per meglio dire, guidati, che si intrufolano nei cortei, nelle fiaccolate, nei festeggiamenti di questa data così significativa per acquisire visibilità a cause che, indipendentemente dallo spessore delle cause stesse, nulla hanno a che fare con la Festa di Liberazione dal nazifascismo.

Abbiamo avuto i No-Tav, i No-Vax, i pro-Russia e i pro-Nato e gli anti-Nato e i pro-Unione Europea e gli anti-Unione Europea e avanti così, di gruppuscolo in gruppuscolo, magari appiccicandosi qualche stelletta di partiti scomparsi nella polvere dell’oblio.

Si appropriano, sovente, anche di alcune icone resistenziali, magari stonando a squarciagola Bella Ciao o autodefinendosi “partigiani del terzo millennio”.

Ora, a parte la mancanza di rispetto (per essere gentili) nei confronti degli ormai pochi Partigiani (maiuscolo) viventi e dei molti parenti dei medesimi, è un insulto alla Storia (sempre maiuscolo), quella vera, mica quella revisionata che troviamo un tanto al chilo sui media opportunisti o, peggio, sulla bocca dei maggiorenti di turno.

Ed è proprio quel “un tanto al chilo” che mi fa venire in mente un parallelo, per allitterazione, con il Parmigiano Reggiano vero (dop, doc o quel che l’è) e le imitazioni farlocche prodotte in tutto il mondo e che vengono chiamate parmesan: ecco, questi “partigiani del terzo millennio”, che al massimo rischiano qualche spintone dalla polizia mentre i Partigiani (maiuscolo) mettevano in gioco la pelle, li chiamerei partesan, così non ci si stupisce se possono anche diventare blu come le mozzarelle dei discount.



Quanto agli “spintoni” delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, questo è l’effetto collaterale più nefasto di questi disturbatori delle manifestazioni altrui: per esempio, nella fiaccolata di Torino di ieri sera, a fronte di qualche decina di “antagonisti” su qualche migliaio di partecipanti, c’erano centinaia di poliziotti, bardati e in borghese, che suscitano sempre una discreta inquietudine in una popolazione inerme e non giovanissima.

Finale: anche se alla fine non è successo nulla di grave, l’atmosfera di ieri sera non era di festosa celebrazione, ma di tesa preparazione al peggio, cercando di schivare i movimenti di truppe e le chiassose provocazioni.

Gli “antagonisti” hanno ottenuto di salire sul palco delle autorità alla fine dei discorsi ufficiali (che nessuno è riuscito a sentire grazie al baccano generale) e il pubblico si è disperso rapidamente, perdendo quell’atmosfera conviviale e di condivisione degli anni migliori.

Ma, appunto, non sono questi gli anni migliori…

Comunque buon 25 aprile a (quasi) tutti!