Revocamus igitur

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di Massimo Pizzoglio

Ennesimo sensazionale scoop di Torte Scorrevoli:
siamo riusciti a recuperare la prima bozza della dichiarazione del Presidente del Consiglio, Conte, riguardante la prevista revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia.
La bozza era stata piegata a mò di aeroplanino e gettata dalla finestra di Palazzo Chigi dal medesimo, annoiato, premier mentre lo staff dei vice-premier compilava la stesura definitiva.

(Quindi non c’è stata sottrazione indebita né violazione del Segreto di Stato per cui i nostri legali erano stati preallertati.)

Ecco il testo:

“Elettori di terra, di mare e dell’aria.
Ascoltate!

Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria.
L’ora delle decisioni irrevocabili.
La dichiarazione di revoca è già stata consegnata agli amministratori di Autostrade per l’Italia.

Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.
Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile assedio comunitario di ventotto Stati.
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla.

Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Cambiamento ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano.
Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l’eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate.
Ormai tutto ciò appartiene al passato.

Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una revoca, gli è che l’onore, gli interessi, l’avvenire ferreamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.
Noi impugnamo le concessioni per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di sessanta milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l’accesso all’Oceano

Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione.
È la lotta dei popoli poveri di spirito e numerosi di braccia rubate all’agricoltura contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra.
È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto.
È la lotta tra due secoli e due idee.

Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l’Italia non intende trascinare altri popoli, con essa confinanti per mare o per terra, nella controversia,.
Malta, Libia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.

Italiani!
In una memorabile adunata, quella di Washington, io dissi che, secondo le leggi della morale grillo-leghista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo.
Questo abbiamo fatto e faremo con l’America, col suo popolo, con le sue meravigliose Forze Armate.

In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero a Padre Pio e a Casaleggio, che, come sempre, hanno interpretato l’anima della patria.

E salutiamo alla voce anche Putin, il capo della grande Russia alleata.

L’Italia, populista e leghista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai.

La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti.
Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: VINCERE!
E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo.

Popolo italiano!

Corri alle urne, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!”

È stato proprio al ”…essa già trasvola…” che il premier ha lanciato la bozza-aeroplano, ma ha trasvolato pochi metri per cadere in nostre mani.

Alla prossima, da appassionati del volo, non possiamo che augurare sorte migliore.