Le ultime lettere di Silvio B.

di Licia Satirico

Sentiamo però che con tutto quello che è successo e sta succedendo, serve qualcosa di più, serve un atto di sutura, di riavvicinamento, un atto di ricucitura civile, un atto di pace dello Stato e del fisco verso le nostre famiglie, un atto simbolico ma concretissimo che apra una pagina nuova, che ricrei fiducia nello Stato, che consenta un nuovo inizio. E allora?

(Silvio Berlusconi, chirurgo estetico e filantropo)

Accorate, arroganti, minacciose, le lettere tornano ad avere un ruolo centrale nella nostra vita.
Tutti ci scrivono: segretari di partito, rettori, direttori, creditori, imbonitori, truffatori e detrattori, proponendoci la restituzione delle tasse, la scomparsa dei debiti o la loro riscossione con metodi alternativi, l’allungamento del pene, la riforma della giustizia, il ponte sullo Stretto, la consegna di cassette di viagra a prezzo di costo e il recupero indolore degli anni scolastici. La nostra posta ne esce sconvolta, come l’immaginazione romantica di una che alle lettere ha dato sempre tutt’altro significato.

Succede così che la lettera di Silvio Berlusconi sul rimborso dell’Imu, e l’allegata brochure sui successi di un biscio-celodurismo clerosensibile con scappellamento in Egitto, evochi strane associazioni d’idee: varianti apocrife di lettere celebri manipolate dopo una colossale pipata di crack.

La lettera rubata.
Nel celebre racconto di Edgar Allan Poe è stata rubata solo la lettera, nella lettera di Silvio è stato rubato tutto il resto: da vent’anni lo stile del Pdl nasconde tutto in piena vista come un conto corrente alle Cayman, una prescrizione anticipata, una legge ad personam, una nipote in parlamento, una balla in campagna elettorale.

imagesLa lettera scarlatta.
Silvio deve portare sul petto una A scarlatta, che sta per Alimenti a Veronica (o forse per Apicella). Pare tuttavia che il fondatore del Pdl sia stato tatuato con altre lettere dell’alfabeto in diverse parti anatomiche e che ci sia la fila per incidergli qualcosa addosso pure in caratteri cirillici, in onore dell’amico Vladimir.

Bartleby lo scrivano.
“Lettere smarrite … lettere morte … non vi fanno pensare a uomini morti? Immaginate l’uomo che, per natura o sue sventure, sia incline a una squallida disperazione; quale altro lavoro potrà confermarlo in cotal sua inclinazione meglio che il maneggiare ogni giorno quelle lettere smarrite, e prepararle per le fiamme?”
Il Bartleby del Pdl è il consunto Angelino Alfano, che maneggia la lettera sulla restituzione dell’Imu dopo non aver indetto le primarie del suo partito. Se almeno l’avesse preparata per le fiamme: bastava un quid per distruggerla.
“Pdl? Preferirei di no…”

Le ultime lettere di Silvio B.
No joke: spero che lo siano, vista la sintesi epistolare dei governi 2001-2011. Non si può sentir parlare di soluzione militare dell’emergenza rifiuti, di azzeramento degli sbarchi dei clandestini a Lampedusa, di “nuova Alitalia”, di proficui accordi con la Libia, di “una casa a tutti a tempo di record” dopo il terremoto dell’Aquila senza diventare seri. La mente corre a fiumi di monnezza, a clandestini privati di ogni diritto e morti senza nome, a cordate di furbetti, al baciamano a Gheddafi, alla cricca Anemone-Bertolaso e agli sghignazzamenti notturni.
Tutto è illusione, Silvio: sulla nostra pelle.

Dracula (di B. Stalker).
Il non morto ci scrive, tormentandoci con l’ossessione della magistratura mafiosa e della costituzione transilvana. I suoi ristoratori dicono che detesti l’aglio almeno quanto le indigeribili toghe rosse. Il suo aspetto è raccapricciante: orecchie a punta, crine siliconico, colorito posticcio, pelle ialuronica databile al carbonio 14, forfora artificiale (quella vera ce l’hanno gli oppositori). Ha attraversato gli oceani del tempo per trovarci ingenui come vent’anni fa. Può estinguersi solo con un paletto nel conflitto d’interessi. Ha contagiato, nel frattempo, altri vampiri populisti.

Lettere dal carcere.
Sono l’unico atto “di sutura, di riavvicinamento, di ricucitura civile” di cui avrebbe bisogno questo Paese. Forse non le vedremo mai, ma continuiamo a sperare.
E nel frattempo andiamo a votare.

2 pensieri su “Le ultime lettere di Silvio B.

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